Otto Adolf Eichmann (1906 –1962), funzionario tedesco delle SS, ebbe un ruolo chiave nell’eccidio degli Ebrei. Per circa otto anni, Adolf Eichmann lavorò direttamente agli ordini del capo delle SS, Heinrich Himmler, e del capo della Gestapo, Reinhard Heydrich. Nel gennaio 1942, fu organizzatore e segretario della conferenza di Wannsee, durante la quale furono prese decisioni non tanto sull’annientamento del popolo ebraico in Europa ma piuttosto sul modo migliore per procedere alla soluzione finale. Si stabilì quale sarebbe stato il metodo dello sterminio (l’impiego di gas disinfestante Zyklon B) e furono concertate le attività dei diversi ministeri e dei servizi di polizia. Eichmann era responsabile della tempistica e della logistica dei convogli che trasportavano milioni di Ebrei nei campi di concentramento e di stermino. Dopo la seconda guerra mondiale, gli Americani catturarono Eichmann. Egli, tuttavia, riuscì a fuggire e a nascondersi tra il 1946 e il 1950 ad Altensalzkoth, presso Lüneburger Heide, dove lavorò come guardia forestale sotto il falso nome di Otto Heninger. L’1 giugno 1950 riuscì a ottenere dalla Croce rossa internazionale di Ginevra un passaporto di apolide intestato a Ricardo Klement, con il quale trovò rifugio in Argentina. Il sopravvissuto al campo di concentramento e cacciatore di nazisti Simon Wiesenthal riuscì a rintracciare Eichmann in Argentina nonostante la sua falsa identità. Nel 1960, i servizi segreti israeliani organizzarono un’operazione che portò, nel 1961, al rapimento di Eichmann. Nel mese di aprile 1961, a Gerusalemme, si aprì il processo che si concluse nel 1962 con la condanna a morte di Eichmann per crimini di guerra e con la sua impiccagione.