Commento
La conferenza di Evian nel luglio 1938 lanciò ben presto il chiaro segnale che la comunità internazionale era poco incline ad accogliere gli Ebrei tedeschi. Poiché il suo intento esplicito è ‘degiudaizzare’ la Germania dagli Ebrei, Hitler è alla ricerca di altre strategie. Per accelerare la partenza degli Ebrei, il 18 ottobre 1938 dà l’ordine di estradare 12.000 Ebrei polacco-tedeschi. Hanno una sola notte per lasciare la Germania e possono portare con sé soltanto una valigia. I loro beni vengono confiscati dai nazisti o saccheggiati dai vicini di casa. La Polonia apre la frontiera a quattromila Ebrei. Gli altri devono aspettare e rimangono esposti a privazioni e violenze. Quando il diciassettenne Herschel Grynzpan, che vive clandestinamente da uno zio a Parigi, viene a sapere che la sua famiglia in Germania è vittima di una brutale deportazione, il 7 novembre 1938 si reca all’Ambasciata di Germania e spara a un diplomatico tedesco. Per Joseph Göbbels, ministro della propaganda, si concretizza lo scenario tanto atteso per scatenare un’azione radicale contro gli Ebrei. L’8 novembre vengono vietati con effetto immediato tutte le riviste e i giornali ebraici. Nello stesso giorno, si annuncia che i bambini ebrei non verranno più ammessi nelle scuole tedesche e che tutte le attività culturali ebraiche dovranno essere sospese fino a data da destinarsi. L’azione culmina nella violentissima ‘Notte dei cristalli’, tra il 9 e il 10 novembre. Gli Ebrei vengono attaccati in tutta la Germania. Vengono incendiate tra mille e duemila sinagoghe e circa 7.500 aziende e negozi ebrei vengono distrutti e dati alle fiamme. Anche le scuole, gli ospedali e i cimiteri ebraici sono oggetto di distruzione. I vigili del fuoco ricevono l’ordine di non intervenire. Circa quattrocento Ebrei muoiono quella stessa notte.