Nel 1179, gli Ebrei residenti in Europa furono costretti ad andare a vivere in zone separate dalla popolazione cristiana. Nei secoli successivi, sorsero ghetti in Portogallo, Spagna, Germania, Italia e Polonia. Il termine “ghetto” è stato mutuato dal nome del quartiere veneziano Ghetto nuovo. Ghetto deriva da gheta, che nel dialetto veneziano ha il significato di ‘scarto’, ovvero il prodotto residuo di una fonderia. Nel luogo in cui gli Ebrei vivevano forzatamente dal 1516, in passato sorgeva una fonderia. Questi ghetti scomparvero gradualmente nel diciannovesimo secolo. Sotto il regime nazista, questo vecchio termine acquisì una nuova connotazione. La creazione di ghetti per opera della Germania nazista iniziò con l’invasione della Polonia nel 1939. Da quel momento in poi, i ghetti furono uno strumento importante per attuare lo sterminio degli Ebrei. I ghetti furono utilizzati come centri di raccolta per la popolazione ebraica di una determinata area geografica che poteva, così, essere tenuta sotto controllo. Ciascun ghetto aveva la propria amministrazione e cercava di mantenere buoni rapporti con gli occupanti, dai quali dipendeva fortemente per quanto riguardava cibo, materiale edile e così via. All’interno di un ghetto, gli Ebrei avevano dato vita a un’organizzazione propria. Quando la decisione sullo sterminio fu definitiva, gli Ebrei che vivevano nei ghetti furono deportati sistematicamente nei campi di sterminio.